Polizza Fondo Pensione
Stai cercando un’assicurazione complementare? nell’ordinamento giuridico italiano i fondi pensione, sono gli strumenti tecnici al fine di garantire ai lavoratori una pensione aggiuntiva.
In questa pagina ti spiegheremo tutto quello che c’è da sapere sui fondi pensione, cosa devi assicurare e come districarti nelle varie clausole, ti illustreremo:
- cos’è un fondo pensione;
- cosa copre e come funziona questo tipo di assicurazione;
- a chi si rivolge, professionisti e privati;
- e i nostri consigli e suggerimenti su come scegliere la migliore polizza infortuni o malattia in base alle tue esigenze.
Cos’è un Fondo Pensione?
Per rispondere alla questione che cosa sia un fondo pensione, occorre dare uno sguardo preliminare alla situazione del sistema previdenziale pubblico in modo tale da avere una visione più generale del problema di come costruire una pensione personale.
Nel corso degli ultimi trent’anni si è consolidato un trend che ha visto una progressiva riduzione dell’importo delle nuove pensione erogate dall’INPS, sempre meno in grado di garantire un tenore di vita soddisfacente. Questa tendenza non solo non si arresterà, ma proseguirà per i prossimi decenni portando a una riduzione considerevole del valore della pensione che ti puoi attendere, anche nell’ipotesi più favorevole che la tua carriera non abbia avuto interruzioni e tu sia stato occupato come dipendente. Secondo uno studio della Ragioneria generale dello stato, nel 2040 il rapporto tra la pensione e l’ultima retribuzione potrebbe essere, a seconda dei casi, compreso tra il 50% il 67% per i dipendenti privati, addirittura al di sotto del 50% per i lavoratori autonomi. Per essere più diretto, è un po’ come passare da una retribuzione di 1.500 euro a una pensione di 750 euro al mese, non propriamente un cambiamento trascurabile.
Questa conseguenza è il frutto delle diverse riforme che hanno investito senza sosta le regole di funzionamento del sistema previdenziale pubblico con l’obiettivo di ritardare l’età di uscita e commisurare il valore della pensione ai contributi versati durante l’intera vita lavorativa.
Se da un punto di vista dei conti dello Stato, queste riforme hanno avuto il merito di riportare a un equilibrio più sostenibile i conti previdenziali, hanno però prodotto un rovesciamento di prospettiva per le tante persone che trovavano realistico basare sulla pensione pubblica il proprio tenore di vita dopo aver concluso la carriera lavorativa. Oggi questa convinzione non è più valida e lo sarà sempre meno col passare degli anni perché le riforme avviate hanno un impatto stabile e duraturo.
In questo contesto di mutamento, risulta inevitabile ricorrere a soluzioni di previdenza privata che rispondano all’obiettivo di compensare la riduzione dell’importo della pensione pubblica attraverso un corrispondente importo che ti può essere riconosciuto.
Tra le opzioni offerte dal mercato assicurativo, l’adesione a un fondo pensione rappresenta lo strumento più adatto per risolvere il problema previdenziale
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Come funziona?
Per aderire a un fondo pensione, da un punto di vista strettamente formale, è sufficiente compilare un modulo di adesione, dopo aver ricevuto due documenti, “le informazioni chiave dell’aderente” e “la pensione complementare”, il primo dei quali illustra le caratteristiche del fondo, mentre il secondo traccia una evoluzione della posizione individuale fornendo un’indicazione sul valore della rendita al momento del pensionamento.
L’aspetto che complica le cose per l’aderente è capire e avere sempre presente perché la scelta è nel proprio interesse. Sembra banale, ma molte persone non riescono a dare una motivazione ragionevole alla propria adesione. Un’ulteriore questione che si pone è se vale la pena, per un dipendente, conferire il TFR a un fondo pensione che in tal modo alimenterebbe la posizione previdenziale di un canale di finanziamento importante.
Inoltre, poiché non esiste un’unica ma una pluralità di forme di previdenza complementare la cui adesione è subordinata ad alcuni requisiti, non è nemmeno semplice capire qual potrebbe essere la scelta migliore. In altre parole, una volta presa la decisione di aderire, potresti trovarti nella situazione di dover scegliere tra diverse opzioni le cui caratteristiche sono articolate e non sempre chiare.
Ad esempio, se tu fossi dipendente di un’azienda metalmeccanica puoi aderire al fondo chiuso di categoria COMETA, all’eventuale fondo aziendale, oppure scegliere un fondo pensione aperto o, ancora, un piano pensionistico individuale (PIP) proposto da una compagnia assicurativa. Se tu fossi autonomo, la scelta sarebbe più semplice, ma richiederebbe una valutazione adeguata delle diverse opzioni, soprattutto da un punto di vista finanziario.
Esistono molti interrogativi sul funzionamento di un fondo pensione e sulla possibilità di ottenere delle prestazioni. Proviamo a sintetizzare le caratteristiche più salienti:
- Come deve essere finanziata la posizione previdenziale?il fondo pensione viene finanziato con contributi propri nell’ipotesi che l’aderente sia un lavoratore autonomo, mentre può essere finanziato anche dal TFR maturando e dall’eventuale contributo del datore di lavoro se l’aderente è un lavoratore dipendente.
- Sono sicuri i soldi versati a un fondo pensione? Le risorse degli aderenti a un fondo pensione sono separate rispetto a quelle della società che le gestisce e sono sottoposte al controllo della banca depositaria. Possiamo pensare a questa situazione in modo analogo a quello dei fondi comuni d’investimento.
- Quale prestazione avrò al termine del piano? Il capitale o la rendita. Non si può però riscuotere più del 50% del valore finale sotto forma di capitale a meno che posso utilizzare le risorse della mia posizione previdenziale prima di andare in pensione? Si, fino al 75% del valore della propria posizione per ragioni di salute o per acquistare o ristrutturare una casa è consentito, nei limiti del 30% per altre generiche ragioni. Anche il riscatto è ammesso per situazioni di cassa integrazione, inoccupazione e per casi di grave invalidità
- Caso accade alle risorse dell’aderente se dovesse morire? Vanno ai beneficiari indicati dall’aderente
A chi può servire?
Qualunque lavoratore, sia autonomo che dipendente, che prevede di andare in pensione dovrebbe prendere in considerazione l’adesione al fondo per una serie di ragioni di scopertura della propria posizione previdenziali, ma anche per gli importanti incentivi fiscali che i versamenti contributivi si portano dietro.
Sebbene i destinatario naturale dei fondi pensioni siano i lavoratori, la legge favorisce l’adesione anche dei soggetti privo di reddito perché altri soggetti possono contribuire per loro (es. una persona potrebbe versare contribuzione per la posizione di sua moglie a carico) e perché la condizione di non occupazione può essere temporanea. Ad esempio, un padre potrebbe aprire una posizione previdenziale per il figlio minorenne per consentirgli di godere di alcuni vantaggi relativi sia alle anticipazione/riscatti in via anticipata, sia per ottenere dei vantaggi fiscali.
Gli unici soggetti che non possono aderire sono quelle persone che hanno già raggiunto l’età pensionabile di vecchiaia e che hanno smesso di lavorare.
Consigli e suggerimenti
In un contesto di riduzione dell’importo della pensione INPS risulta inevitabile prendere in considerazione l’adesione a un fondo pensione con l’obiettivo di compensare la riduzione dell’importo della pensione pubblica attraverso un corrispondente importo che ti può essere riconosciuto dal fondo pensione.
Sono molte le questioni concernenti i fondi pensione alle quali sarebbe opportuno dare una risposta. Proviamo a considerare quelle più rilevanti
Conviene a tutti aderire?
Al di fuori dei pensionati di vecchiaia, tutti possono aderire avvantaggiandosi dei benefici fiscali offerti dalla normativa
Quando aderire?
Ricordandoti che l’adesione a un fondo pensione non comporta contribuzione, il suggerimento è di aderire prima possibile perché i benefici fiscali sono maggiori per coloro che hanno maggiore anzianità dalla prima data di adesione
Quanto versare?
Nei limiti di 5.164 euro, il versamento è sempre deducibile dalle imposte. Ne consegue che entro questo limite è sempre vantaggioso. Ricorda che la quota TFR non viene conteggiata per il plafond fiscale
In quali comparto?
La scelta di quale linea d’investimento sia la più adatta all’aderente dipende dal profilo di rischio e dall’orizzonte temporale. In definitiva, occorre valutare l’aderente sotto il profilo finanziario. In generale, più lungo è l’orizzonte temporale, maggiore è il rischio che un aderente può prendere. Tieni presente che è sempre possibile modificare la scelta dell’investimento in qualunque momento.
Capitale o rendita?
Tra le due prestazioni, non c’è differenza di tassazione. Ricorda che la rendita ha natura vitalizia e viene pertanto riconosciuta per tutta la vita. Da questo punto di vista è la scelta più coerente con l’idea d’integrare la pensione pubblica INPS.
Il capitale, che si può scegliere nei limiti del 50% della prestazione totale, risulta una scelta più adatta ad altri scopi.