Una manovra pericolosa

Un’impresa edile piemontese, specializzata nel montaggio di quadri e impianti elettrici, si è rivolta a D.A.S. per un procedimento penale a carico del titolare dell’impresa.

La ditta assicurata era incaricata per l’installazione di un impianto all’interno del cantiere edile. Durante la movi­mentazione del quadro elettrico, due dipendenti erano saliti sul solaio per dare corrette indicazioni per la posa al collega che guidava il mezzo di sollevamento.

Quando si sono accorti che il quadro non riusciva ad essere corretta­mente calato nella fessura prevista, al collega alla guida del mezzo di sollevamento è stato detto di sganciare le funi e spostare il mezzo in una posizione più vicina al fabbricato, in que­sto modo la posa del quadro sarebbe stata perfetta­mente aderente al solaio.

Durante la manovra di ritiro del braccio mec­canico, il quadro elettrico si inclinava verso uno dei due colleghi che stavano fornendo le indicazioni cadendogli rovinosamente addosso. Il dipendente ha subito un gra­vissimo infortunio con conseguente inabilità per­manente.

La ditta assicurata è stata assistita da D.A.S. in un lungo iter giudiziario (durata 5 anni) per:

• la difesa in sede penale in favore del legale rappre­sentante e del responsabile della sicurezza;

• l’opposizione alle sanzioni amministrative commi­nate per violazioni in ambito decreto 81/2008;

• la tutela innanzi al giudice del lavoro al fine di resi­stere alle onerose richieste di risarcimento per l’in­fortunio del dipendente.

D.A.S. ha sostenuto spese per oltre 50.000 € e, seppur l’azienda sia stata condannata, grazie all’as­sistenza legale e peritale prestata dai professionisti di D.A.S., la quantificazione del danno è stata ridotta di 2/3 rispetto a quanto inizialmente previsto e le spese legali per la parte civile (compresa la soccombenza) intera­mente coperte dalla polizza di RC.