La sicurezza nella circolazione del monopattino

Gli ultimi due episodi che hanno visto coinvolti in incidenti seri due conducenti di monopattino elettrico a Milano sono l’ennesima dimostrazione che nella circolazione stradale di questi mezzi esistono problemi irrisolti. D’altra parte con 130 di incidenti dal primo giugno a Milano, l’apertura di un’inchiesta da parte della procura della repubblica del capoluogo lombardo sulla società che effettua il servizio di noleggio, un’attenzione mediatica crescente, è difficile negare che il problema non sia di attualità.

Proviamo allora a fare chiarezza sulla questione della sicurezza cercando di capire quali conseguenze potrebbero subire i soggetti maggiormente esposti al rischio derivante dalla circolazione di questi mezzi: i conducenti del monopattino, i pedoni.

Naturalmente, mentre  i pedoni il rischio principale è quello di subire lesioni fisiche più o meno gravi,  nel caso del guidatore, oltre al rischio di subire un infortunio, sussiste anche un rischio di responsabilità  nei confronti di qualunque soggetto della circolazione stradale.

– la sicurezza del conducente.

Durante la marcia, il conducente del monopattino si trova in posizione eretta con i piedi brevemente distanziati sopra una pedana ristretta sorretta da ruote di dimensione ridotta – 110 -110 mm. di diametro – ad una velocità che può raggiungere i 25 km/h.

  • Si tratta di una condizione che rende instabile la posizione perché a causa di un sobbalzo dovuto a una disconnessione del manto stradale o di un gradino dovuto a un dislivello si potrebbe avere uno sbilanciamento che potrebbe preludere nei casi più gravi a una caduta
  • Il rischio di caduta non  solo è possibile, ma è anche pericoloso a causa delle caratteristiche del mezzo, perché potrebbe produrre conseguenze serie, perfino a bassa velocità
  • il ricorso  a forme di protezione, in particolare per il capo, per i guidatori che hanno più di 18 anni, non è una pratica diffusa a causa dell’assenza di un obbligo legale.
  • Non esistondono requisiti minimi per guidare il mezzo – se non il possesso di una patente AM per i minorenni –   Il guidatore potrebbe non conoscere adeguatamente la segnaletica stradale.
  • Le informazioni riguardanti i comportamente da tenere per tutelare la propria sicurezza e quella altrui non vengono date in modo adeguato al conducente da chi noleggia in modalità free floating.

Considerando che il mezzo è più instabile rispetto alla bicicletta, le insidie stradali frequenti, esiste una grave criticità dovuta sia alla scarsa consapevolezza dei rischi, sia dalla mancata comunicazione dei pericoli insiti nella circolazione stradale.

–  la sicurezza del pedone.

Le possibili interferenze nella circolazione tra i pedoni e i conducenti di monopattino non sono così limitate e in condizioni di sicurezza come la normativa indurrebbe a pensare. Infatti, se è’ vero che ai monopattini non è permesso di circolare sui marciapiedi, ma solamente all’interno delle aree pedonali entro il limite di 6 km/h, è che le aree pedonali costituiscono una parte assai limitata delle zone destinate alla circolazione pedonale,  occorre tenere presente che

  • difficilmente i conducenti osservano il limite di velocità di 6 km/h nelle aree pedonali, anche per ragioni legata alla difficoltà di introdurre  un limitatore di velocità.
  • l’uso improprio e sconsiderato del mezzo sui marciapiedi è assai diffuso. Capita sovente assistere a veri e propri slalom lungo i marciapiedi
  • il mezzo ha un potenziale di lesività elevato. Urtare una persona a una velocità di 25 km potrebbe causare un infortunio serio al pedone
  • i pedoni attraversano la carreggiata in prossimità degli incroci e talvolta si trovano ad occupare la carreggiata a causa della non percorribilità dei marciapiedi

Il ruolo dell’automobilista

Qualsiasi obiettivo di sicurezza nella circolazione stradale implica che gli automobilisti, che costituiscono la parte predominante dei soggetti coinvolti, devono essere messi nelle condizioni di guidare più facilmente. In questa direzione, vanno generalmente tutti gli interventi che migliorano le condizoni della viabilità: visibilità della segnaletica  stradale, incremento dei sensi unici, sostituzione degli incroci semaforici con  le rotatorie, etc.

Per gli automobilisti i conducenti dei monopattini costituiscono un’insidia in più perché, spesso, non hanno familiarità con questi mezzi. Si potrebbe osservare che col passare del tempo ne capiranno meglio il modo di guidare, ne addocchieranno i comportamenti “irregolari” più comuni. Ciò è vero, ma non risolverebbe il problema del permanere delle interferenze lungo le aree destinate alla circolazione. Teniamo presente che la carreggiata stradale è progettata per un uso promiscuo: diverse classi di veicoli  si trovano ad impegnare spazi ristretti contemporaneamente e che il livello di attenzione dei conducenti non è sempre massimo.

Le iniziative di creare vie dedicate alla circolazione dei mezzi non a motore resta la via maestra per ridurre la complessità della circolazione; laddove questo non sia possibile, diventa importante introdurre una segnaletica stradale più chiara e “colorata” in grado di evidenziare il pericolo  (un esempio virtuoso in tal senso è quello del ricorso alla casa avanzata per determinate classi di veicoli, come possono essere i monopattini) o di prevenirlo inducendo una moderazione della velocità (es. zone 30, dossi artificiali)

Il contenimento dei rischi connessi alla sicurezza stradale presuppone però che queste iniziative si vadano a raccordare con la la diffusione di comportamento virtuosi di tutti i conducenti di mezzi di trasporto. In questo senso, anche una revisione delle regole che consentono la circolazione dei monopattini diventa inevitabile. Difficilmente, comportamenti che fuoriescono dall’alveo dei principi di correttezza e prudenza possono contribuire a migliorare gli standard della sicurezza stradale.